Velo Muliebre
LE ORIGINI DEL VELO MULIEBRE
Fin dalle prime comunità cristiane, le donne sono sempre ricorse a tessuti copricapo per dimostrare umiltà e modestia nella casa del Signore.
Possiamo dire che il velo muliebre (la pia pratica, riservata alle donne, di coprirsi il capo in chiesa) ha una doppia origine: un’origine biblica – dalle Sacre Scritture -, e un’origine “canonica”.
1. San Paolo ai Corinzi: [11,3] “Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l’uomo, e capo di Cristo è Dio. [4] Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. [5] Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. [6] Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra.[7] L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo. [8] E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; [9] né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. [10]Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli. [11] Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l’uomo, né l’uomo è senza la donna; [12] come infatti la donna deriva dall’uomo, così l’uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da Dio. [13] Giudicate voi stessi: è conveniente che una donna faccia preghiera a Dio col capo scoperto? [14] Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l’uomo lasciarsi crescere i capelli, [15] mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo. [16] Se poi qualcuno ha il gusto della contestazione, noi non abbiamo questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio”.
2. Il Codice di diritto canonico del 1917 prescriveva alle donne di tenere il capo coperto in chiesa, soprattutto durante il momento della Santa Comunione [*]. Nel nuovo Codice di diritto canonico non c’è traccia di questa disposizione, tuttavia non viene neppure proibita. Anzi, la maggior consapevolezza di molte donne cristiane, ai nostri giorni sta facendo tornare in auge la pia pratica di coprirsi il capo in chiesa utilizzando un velo di pizzo (o di merletto), il cosiddetto velo muliebre.
MA COS’È IL VELO MULIEBRE?
Il velo muliebre è una pia pratica riservata alle donne che, coprendosi il capo, intendono vivere con umiltà e modestia la partecipazione alla Santa Messa, ma nulla vieta che possa essere indossato in chiesa quando si è alla presenza del Santissimo Sacramento, come pure durante le funzioni e/o le processioni religiose.
LE FORME E I COLORI DEL VELO MULIEBRE
Per quanto riguarda il colore e la forma del velo muliebre, non ci sono norme specifiche. Esistono però tradizioni locali che nel tempo si sono consolidate. Ad esempio, in Italia si utilizza soprattutto il velo di forma triangolare con i seguenti colori: nero per le donne sposate, grigio o nero per le vedove, bianco per le nubili.
In altri paesi la tradizione è differente. In Spagna per coprirsi il capo in chiesa, le donne sono solite usare la mantiglia, uno scialle di merletto o di lana, di colore nero, portato sul capo e sostenuto da un pettine infilato nei capelli. Negli Stati Uniti, invece, dove l’utilizzo del velo è più presente, per i colori si tende a seguire i tempi liturgici.
[*] Can. 1262. … §2. “Viri in ecclesia vel extra ecclesiam, dum sacris ritibus assistunt, nudo capite sint […] mulieres autem, capite cooperto et modeste vestitae, maxime cum ad mensam Dominicam accedunt”.
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