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LE PREGHIERE DI LIBERAZIONE

Liberare dai demoni è un compito esclusivo dei sacerdoti esorcisti?

Premesso che la nomina a esorcista è riservata solo ai sacerdoti (su delega del Vescovo), dobbiamo dire che liberare i “demonopatici” dalle influenze e dai disturbi diabolici è un qualcosa che possiamo fare tutti: basta operare con vera Fede e farlo nel santo nome di Gesù.

“Questi poi sono i segni che accompagneranno i credenti: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se avranno bevuto qualcosa di mortifero, non nuocerà loro, imporranno le mani agli infermi e questi saranno risanati” (Mc 16,17-18).

San Francesco scaccia i demoniAbbiamo già avuto modo di spiegare che, mentre l’esorcismo è una preghiera solenne e pubblica fatta con l’autorità della Chiesa (un sacramentale), le Preghiere di Liberazione sono una forma di preghiera privata: chiunque può pregare Dio perché gli ottenga la liberazione dai tormenti satanici. Anzi, qualora si fosse a conoscenza di una persona sofferente a causa del demonio e non si facesse nulla per poterla aiutare, si commetterebbe un peccato di omissione: non è così che Cristo ci ha insegnato ad amare il prossimo.

Le Preghiere di Liberazione, dunque, sono quelle preghiere che ognuno privatamente può recitare (per se stesso e per gli altri) al fine di ottenere la liberazione dagli influssi e dai disturbi del Maligno. E ciò in forza del fatto che lo Spirito Santo soffia dove vuole ed elargisce a ciascuno i propri doni secondo le necessità.

“C’è poi varietà di doni, ma un solo Spirito; c’è varietà di ministeri, ma un solo Signore; c’è varietà di operazioni, ma un solo Dio che opera in tutti. E a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utilità comune. (…) Tutte queste cose le opera il medesimo e identico Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole” (1Cor 12,4-7; 1 Cor 12,11).

LE PREGHIERE DI LIBERAZIONE SI POSSONO APPLICARE AD OGNI CASO DI DISTURBO DIABOLICO?
Il Codice di Diritto Canonico al Canone 1171 parla degli esorcismi in relazione agli “ossessi“, ossia a quei casi di Possessione Diabolica vera e propria. In caso di Possessione, pertanto, deve agire il sacerdote esorcista.

Tuttavia, ciò non toglie che anche con le Preghiere di Liberazione si possa agire in merito ai casi di Possessione diabolica, ma si tratterà di una forma di preghiera invocativa e di intercessione, rivolta a Dio perché liberi il malcapitato da tutte le potenze diaboliche. Ben diverso da un esorcismo che, con formule imprecatorie e imperative, nel nome di Gesù ordina ai demoni di abbandonare la persona posseduta.

L’operato del sacerdote esorcista nello scacciare il demonio, oltre alla forza della sua preghiera a della sua fede, unisce il potere di benedire proprio del suo ministero sacerdotale e il mandato del Vescovo (che rappresenta la Chiesa).

È PIÙ EFFICACE UN ESORCISMO O UNA PREGHIERA DI LIBERAZIONE?
San Benedetto da Norcia Entrambe queste forme di liberazione dal Male sono efficaci, anche se bisogna considerare – come abbiamo detto – che in un Esorcismo il potere di liberare dal demonio non è rimesso solamente alla fede/preghiera dell’esorcista e del fedele che chiede di essere liberato, ma anche alla “natura pubblica” propria di questa orazione liturgica:

– in un Esorcismo l’esorcista rappresenta la Chiesa nella sua “ufficialità” che, con uno scongiuro, ordina al demonio, nel nome di Gesù, di abbandonare il corpo del posseduto;

– nella Preghiera di Liberazione, diversamente, è la persona singola o – come più spesso accade – è il gruppo che, in forza della sua fede, della sua “santità” e della potenza che scaturisce dall’invocazione del nome di Gesù, opera efficacemente al fine di scacciare ogni influenza del Maligno.

Ovviamente, avere il mandato ufficiale della Chiesa Cattolica si configura come un “valore” aggiunto in grado di supplire, in un certo qual modo, all’eventuale mancanza di fede da parte dell’esorcista o del fedele posseduto. Diceva padre Gabriele Amorth, esorcista della diocesi di Roma:

“Un esorcista che amministra un esorcismo, ha un’efficacia maggiore, di per sé, perché compie un sacramentale, fa quindi una preghiera pubblica, che coinvolge l’intercessione della Chiesa. Ma stiamo bene attenti: il Signore tiene molto conto della fede. Per cui è possibile che la semplice preghiera del laico, benché preghiera privata, abbia più efficacia delle altre(tratto da “Nuovi racconti di un esorcista”, di G. Amorth – Ed. Dehoniane Bologna, 2002).

QUALI “GESTI” SI POSSONO COMPIERE NELLE PREGHIERE DI LIBERAZIONE? QUALI “FRASI” SI POSSONO DIRE?
Cominciamo col dire che alcuni “gesti” tipici dell’esorcismo, è meglio che rimangano di specifica pertinenza del sacerdote esorcista. Ad esempio, è bene che i laici non impongano le mani: sarebbe opportuno che a compiere questo gesto fossero solo i ministri ordinati (sacerdoti), poiché il gesto di imporre le mani è un gesto “epicletico” e sacrale che invoca la trasmissione dello Spirito Santo, così come l‘insufflazione (il gesto del soffiare sul volto del posseduto).

In via generale ai laici non è consentito aspergere/benedire con l’acqua santa una persona: lo potrebbero fare solo con se stessi o con le persone a loro strettamente collegate, come ad esempio i genitori nei confronti dei figli. Semmai i laici potranno avvalersi del crocifisso, delle immagini sacre e/o delle reliquie, se lo vorranno, oppure potranno fare il segno della croce con il pollice sulla fronte di colui che è tormentato dal Maligno; certamente dovranno astenersi dall’usare gli “scongiuri” specifici dell’esorcismo.

Per capirci, un laico non potrà dire al demonio “nel nome di Cristo io ti esorcizzo!”: esorcizzare è un compito che spetta all’esorcista! Il laico, semmai, rivolgendosi a Dio, potrà fare una preghiera deprecatoria: “Padre Onnipotente, nel nome di Cristo scaccia da questa tua creatura ogni influenza degli spiriti maligni”.

È bene sottolineare che i laici devono evitare di rivolgersi direttamente agli spiriti maligni per conoscerne il nome o per qualsiasi altra domanda, poiché “il dialogo  diretto col demonio può essere pericoloso per chi osa farlo senza la debita autorizzazione e quindi anche senza la protezione della Chiesa” (G. Amorth, Nuovi racconti di un esorcista – Ed. Dehoniane Bologna, 2002).


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