MEDAGLIA DEL VOLTO SANTO
LA VERA LEGGENDA DELLA VERONICAIl velo della Veronica non è quello offerto a Gesù, per asciugarsi il sudore e detergere il suo sangue lungo la via del Calvario, dalla pia donna di tale nome. Questo popolare episodio della “Via Crucis” non si trova in nessuno dei Vangeli ed è derivato da una leggenda abbastanza recente. Il nome “Veronica” pare derivi dall’accostamento dell’aggettivo latino “vera” al sostantivo greco “icona”, per indicare la “vera immagine” di Gesù tra quelle considerate non dipinte da mano d’uomo.
Si racconta che un giorno l’imperatore romano Tiberio fu colpito da una grave malattia. Avendo saputo che nella lontana Palestina operava un eccezionale guaritore di nome Gesù, ordinò al suo messo Volusiano di andare a cercarlo a Gerusalemme. Ma la stagione invernale ritardò la partenza di Volusiano, che giunse in Palestina quando, ormai, era troppo tardi: Gesù era stato crocifisso! Volusiano, però, non volle tornare a mani vuote da Tiberio, perché ne temeva l’ira. Così si mise alla ricerca dei seguaci di Gesù, per ottenere da loro almeno una reliquia del maestro. Trovò una donna, chiamata appunto Veronica, che ammise di aver conosciuto Gesù, ed anzi gli raccontò una storia prodigiosa. Anni prima, quando Cristo era andato a predicare in una località lontana, le era venuta una grande nostalgia del Signore. Perciò aveva comprato un panno bianco per portarlo a un pittore affinché questi, sulla base delle sue indicazioni, gliene facesse un ritratto. Ma proprio il giorno in cui era uscita di casa per andare dal pittore, aveva incontrato per strada Gesù, di ritorno dal suo viaggio. Egli, saputo il desiderio della donna, le aveva chiesto il panno e, sfregatolo sul suo viso, glielo aveva restituito con impressi i propri lineamenti. Volusiano chiese immediatamente a Veronica quel ritratto ed ella acconsentì a portarlo di persona a Tiberio. Il quale, appena fu al cospetto del sacro telo, guarì all’istante. Da quel momento in poi l’insigne reliquia rimase sempre a Roma. Secondo alcuni, questa Veronica sarebbe l’emorroissa citata nel Vangelo che, a detta degli Apocrifi, si chiamava, in greco, “Berenike” da cui il nostro “Veronica”. Ma la leggenda precedente ha parecchi punti di contatto con la storia del re Abgar di Edessa, il sovrano che avrebbe ricevuto da Cristo stesso quel famoso “mandillion” diventato poi, secondo molti studiosi, la Sindone di Torino (di Dario Busolini, fonte: http://www.vatican.va/jubilee_2000/pilgrim/documents/ju_gp_25012000_p-08a_it.html).
SUOR MARIE DE SAINT PIERRE
“Io cerco delle Veroniche…” (Gesù a Suor Marie).
Suor Marie de Saint Pierre era una suora carmelitana che visse a Tours in Francia. Fu lei lo strumento prescelto per contribuire alla diffusione nel mondo della devozione al Volto Santo di Gesù.
Nel 1844 ebbe una visione nella quale Gesù le disse: “Coloro che contempleranno le ferite del mio Volto qui sulla terra, lo contempleranno risplendente di gloria in Cielo!”.
Suor Marie morì a 31 anni, ma visse la sua vita nella mortificazione e a riparazione delle offese arrecate a Gesù.
Un giorno Gesù le disse: “Io cerco delle Veroniche, le quali astergano e onorino il mio Divin Volto che ha pochi adoratori. Il mio nome è ovunque bestemmiato. La bestemmia è il peccato del demonio, è una freccia avvelenata che continuamente ferisce il mio Cuore! Per il mio Santo Volto” le confidò Gesù “otterrete la salvezza di molti peccatori. Per l’offerta del mio Volto nulla vi sarà rifiutato. Oh, se sapeste quanto il mio Volto sia gradito al Padre mio!”.
Suor Marie chiese al suo confessore di parlare all’Arcivescovo di Tours delle grazie legate alla devozione del Santo Volto al fine di favorirne la diffusione e così si espresse: “Questo meraviglioso Volto è lo specchio delle perfezioni contenute nel Santissimo Nome di Dio”.
VENERABILE LÉON DUPONT
Léon Papin Dupont nasce il 24 gennaio 1797 a Martinica (Ancille). Appartenendo a una famiglia facoltosa, trascorre un’infanzia nell’agiatezza. Successivamente si trasferisce a Parigi per studiare legge e ovunque emerge il suo carattere mite e generoso. Nel 1827 sposa Caroline dalla quale avrà una figlia, Henriette. Caroline, però, si ammala di tubercolosi e muore prematuramente. Affranto dal dolore, su consiglio del parroco Leon decide di non risposarsi conducendo una vita da cristiano fervente, devoto e operoso nelle opere di bene.
Le sue opere di carità continuano senza sosta e intrattiene contatti con il Carmelo di Tours all’interno del quale Suor Marie de Saint Pierre riceve rivelazioni dal Cielo a riguardo della devozione al Volto Santo.
Quando Suor Marie muore, Léon si adopera per diffondere il culto al Volto Santo, tanto che chiede e ottiene dalla priora del Carmelo di Tours due copie del velo della Veronica che veniva custodito a Roma.
Una delle due copie, il buon Léon la espone nel salone della sua casa, di fronte alla quale fa ardere costantemente una lampada. Il Sabato Santo del 1851, una giovane affetta da una malattia agli occhi si reca in casa di Léon per pregare di fronte all’immagine, e invitata dal padrone di casa ad ungersi gli occhi con l’olio della lampada, la giovane guarisce.
Da quel fatto prodigioso, molte persone faranno visita alla casa del “sant’uomo di Tours” per venerare l’immagine del Volto Santo, e tra queste anche San Luigi Martin e le sue figlie, tra le quali Teresa, che poi diventerà Santa Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo.
SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO E DEL VOLTO SANTO
Santa Teresa di Lisieux – entrata nel Carmelo il 10 gennaio 1889 – fin da bambina amava contemplare l’immagine del Santo Volto venerato a Tours. Si iscrive fin da ragazza alla Confraternita del Santo Volto e una volta diventata suora non solo conserva una riproduzione del velo della Veronica nel suo breviario, ma ne vuole un’altra sopra la spalliera del suo letto.
Lei stessa scrive a riguardo del Volto Santo: “Il tuo sguardo soltanto è la mia gioia. O Volto adorabile di Gesù, o Volto più bello dei gigli e delle rose di primavera, voi non siete nascosto ai miei occhi!”. E ancora: “Lo sguardo del buon Dio, il suo sorriso che incanta, ecco il mio Cielo!”.
Quando il padre di Teresa muore il 29 luglio 1894, Teresina farà stampare l’immagine del Volto Santo nella memoria funebre, riportando il versetto biblico: “Signore, nascondetelo nel segreto del vostro Volto”.
Teresa di Gesù Bambino sceglie la data del 6 agosto 1896, festa della Trasfigurazione, per consacrarsi solennemente al “Volto Adorabile di Gesù” insieme alle due compagne di noviziato che come lei portano il cognome religioso “del Volto Santo”. Per l’occasione, compone questo Atto di Consacrazione, che riporta su un cartoncino insieme alle effigi delle tre firmatarie:
O Volto Adorabile di Gesù, giacché ti sei degnato di scegliere particolarmente le anime nostre per donarti ad esse, noi veniamo a consacrarle a te!
Ci sembra, o Gesù, di sentirti dire a noi: «Apritemi, sorelle mie, mie spose amate, poiché il mio Volto è coperto di rugiada e i miei capelli delle stille della notte».
Le anime nostre comprendono il tuo linguaggio d’amore: noi vogliamo asciugare il tuo dolce Volto e consolarti della dimenticanza dei cattivi: ai loro occhi tu sei ancora come nascosto e ti considero come un oggetto di disprezzo!
O Volto più bello dei gigli e delle rose di primavera, tu non sei nascosto agli occhi nostri! Le Lacrime che velano il tuo sguardo divino, ci appaiono come diamanti preziosi che vogliamo raccogliere per acquistare con il loro valore infinito le anime dei nostri fratelli. Dalla tua Bocca adorata abbiamo inteso il gemito amoroso: comprendendo che la sete che ti consuma è una sete d’Amore, noi vorremmo, per dissetarti, possedere un Amore infinito!
Amato e diletto Sposo delle anime nostre, se avessimo l’amore di tutti i cuori, tutto questo amore sarebbe tuo!
Ebbene, dacci questo amore e vieni a dissetarti nelle tue piccole spose! Anime, Signore, abbiamo bisogno di anime! Specialmente di anime di apostoli e di martiri affinché per loro mezzo infiammiamo del tuo Amore la moltitudine dei poveri peccatori.
O Volto Adorabile, noi sapremo ottenere da te questa grazia! Dimenticando il nostro esilio sulle sponde dei fiumi di Babilonia, canteremo ai tuoi Orecchi le più dolci melodie. Poiché tu sei la vera Gloria infinita, l’unico nostro desiderio è d’incantare i tuoi Occhi Divini nascondendo anche il nostro volto, affinché quaggiù nessuno possa riconoscerci. Il tuo Sguardo Velato, ecco il nostro Cielo, o Gesù!
BEATA SUOR MARIA PIERINA DE MICHELI
La Storia della Medaglia del Santo VoltoMaria Pierina De Micheli nasce l’11 settembre 1890 a Milano e viene battezzata col nome di Giuseppina. Il padre muore dopo un anno dalla sua nascita e la mamma deve occuparsi di lei e della famiglia numerosa lavorando nel negozio del marito. Ma sua madre è una donna di grande fede, e seppure in mezzo a tanti sacrifici riesce a farla crescere circondata dall’amore e nel segno di una fede profonda e sincera.
Maria Pierina quando riceve la Prima Comunione vede nell’Ostia il Bambino Divino. Poi, all’età di 12 anni accade un fatto che avrà l’effetto di orientare la sua vocazione per il resto della sua vita. Il Venerdì Santo del 1902, durante il “bacio della Croce”, Maria Pierina ode distintamente una voce che le dice: “Nessuno mi dà un bacio d’amore in volto, per riparare il bacio di Giuda?”. Maria Pierina non ci pensa due volte, e mentre tutti baciano le piaghe del Cristo, lei rivolge il suo bacio al Volto di Gesù.
Da quel giorno la sua devozione nei confronti del Santo Volto di Gesù non fa che crescere, anche e soprattutto con l’intento di riparare alle offese causate dall’ingratitudine degli uomini.
Nel luglio del 1921 emette i voti perpetui nella casa madre delle Figlie dell’Immacolata Concezione di Buenos Aires. Nel 1928 diventa Superiora per la casa di Milano e l’anno successivo viene confermata nell’incarico oltre a venire delegata della Madre generale per gli affari all’estero. Il 6 gennaio 1940 viene nominata Superiora regionale. Ciò nonostante non smetterà mai di svolgere i compiti più umili, mettendosi al servizio delle consorelle e incoraggiandole nel cammino di fede. Il demonio la tormenta con malattie che vengono e spariscono all’improvviso, con percosse e maltrattamenti fisici.
Nel 1936 Gesù comincia a manifestarle la volontà che il suo Santo Volto venga onorato maggiormente. Nell’adorazione notturna del primo venerdì di quaresima, dopo averle partecipato i dolori vissuti nell’orto del Getsemani, Gesù le rivela:
“Voglio che il mio volto che riflette le intime pene del mio animo, il dolore e l’amore del mio Cuore, sia più onorato. Chi mi contempla mi consola”.
Il martedì santo Gesù le parla ancora:
“Ogni volta che si contempla il mio Volto, io verserò il mio amore nei cuori, e per mezzo del mio Santo Volto si otterrà la salvezza di tante anime”.
In risposta alle perplessità di chi temeva che la devozione al Volto Santo avrebbe potuto diminuire la devozione al Sacratissimo Cuore di Gesù, lo stesso Gesù il primo martedì del 1937 così parla a suor Pierina:
“Contemplando il mio Volto, le anime partecipano alle mie sofferenze, sentiranno il bisogno di amare e di riparare. Non è forse questa la vera devozione al mio Cuore?”.
Nel frattempo lo stato di salute di Maria Pierina peggiora ulteriormente, con frequenti “mali” che appaiono e scompaiono apparentemente senza motivo. Il diavolo la tormenta, soprattutto di notte, e dalla camera della Madre provengono rumori spaventosi. Suo Maria Pierina offre tutto per la salvezza delle anime.
Il 31 maggio 1938 è una data fondamentale. Suor Maria Pierina è presso l’Istituto delle Figlie dell’Immacolata Concezione di Milano in via dell’Elba 18, e si trova raccolta in adorazione nella cappella, ai piedi dell’altare, dinanzi al tabernacolo. Improvvisamente si ritrova immersa in una luce celestiale e le appare la Santa Vergine con uno scapolare tra le mani. Queste le sue parole:
«Mentre stavo in preghiera davanti al tabernacolo, mi parve di vedere la Madonna. Teneva in mano uno scapolare formato da due flanelline bianche riunite da un cordone. Una flanellina portava l’immagine del Santo Volto circondata dalle parole “Illumina, Domine, Vultum Tuum super nos” (Fa’ risplendere, Signore, il Tuo Volto su di noi). L’altra [flanellina] un’Ostia circondata da raggiera, con le parole “Mane nobiscum, Domine” (Resta con noi, Signore). La Madonna si mosse verso di me e disse: “Ascoltami bene e riferisci tutto esattamente al Padre confessore: questo scapolare è un’arma di difesa, uno scudo di fortezza, un pegno di amore e di misericordia che Gesù vuol dare al mondo, in questi tempi di sensualità e di odio contro Dio e contro la Chiesa. Si tendono reti diaboliche per strappare la fede dai cuori. I veri apostoli sono pochi, è necessario un rimedio divino, e questo rimedio è il Santo Volto di Gesù. Tutti quelli che indosseranno uno scapolare come questo, e faranno, potendo, ogni martedì una visita al Ss. Sacramento per riparare gli oltraggi che ricevette il Santo Volto del mio Figlio Gesù durante la sua Passione, e che ogni giorno riceve nel Sacramento Eucaristico, verranno fortificati nella fede, pronti a difenderla e a superare tutte le difficoltà interne ed esterne; di più, faranno una morte serena sotto lo sguardo amabile del mio Divin Figlio”».
Il 21 novembre 1938 il Signore dirà ancora a Madre Pierina:
“Voglio che [il mio Santo Volto] sia onorato con una festa in particolare nel martedì di quinquagesima (il martedì precedente il martedì delle ceneri), festa preceduta da una novena in cui tutti i fedeli riparino con me, unendosi alla partecipazione del mio dolore”.
Madre Pierina riferisce tutto al suo padre spirituale – Padre Ildebrando – e con il permesso di quest’ultimo decide di far coniare delle medaglie, preferendole allo scapolare, poiché avrebbero potuto essere più facilmente divulgate e accolte da chiunque. Nel luglio del 1940 scrive al fotografo pontificio Bruner, chiedendogli di poter utilizzare una fotografia del Santo Volto che lui ha riprodotto dalla Sacra Sindone. Ottenuto il permesso del fotografo, il 9 agosto del 1940 arriva anche l’approvazione ecclesiastica dalla Curia di Milano, con la benedizione del Beato Card. Ildefonso Schuster.
Finalmente la medaglia viene coniata, ma quando la Ditta Johnson ha le medaglie pronte per la consegna, a Madre Pierina viene chiesto di versare la somma di 11.200 lire, che però la Madre non possiede. Come fare? Una mattina, in maniera sorprendente, compare sul tavolino una busta contenente la somma esatta. E grande è la gioia! Il pacco contenente le medaglie viene consegnato alla Madre, ma il demonio reagisce con violenza sparpagliandole tutte sul pavimento. In seguito il diavolo scaricherà la sua rabbia anche su suor Pierina scaraventandola per terra, contro il muro e strappando immagini e quadretti del Volto Santo… Ma la diffusione della Medaglia procede ugualmente senza sosta. Senza numero le grazie spirituali e le guarigioni ottenute dalle persone che la portano con fede.
Madre Pierina, però, rimane con un dubbio: la Madonna le aveva richiesto uno scapolare e non una medaglia. Perciò prega la Santa Vergine affinché la illumini. E la Madonna non tarda a rispondere.:
«Continuando la mia preghiera e rivolgendomi alla Madonna per sciogliere ogni dubbio circa lo Scapolare, che torna spesso nella mia mente, mi disse: “Figlia mia sta tranquilla che lo scapolare è supplito dalla medaglia con le stesse promesse e favori. Rimane solo a diffonderla sempre di più. Ora mi sta a cuore la festa del Volto del mio Divin Figlio. Dillo al Papa, che tanto mi preme”. La Madonna mi benedisse e mi lasciò nel cuore il Paradiso» (7 aprile 1943).
Il 7 gennaio 1941 Madre Pierina viene ricevuta in udienza da papa Pio XII che se ne dimostra subito entusiasta.
Nel 1958, Papa Pio XII dichiarò la festa del Santo Volto di Gesù il giorno prima del Mercoledì delle Ceneri.
Nel 1968, con la benedizione di papa Paolo VI, la medaglia viene deposta sulla Luna dagli astronauti americani.
Ad oggi, la Medaglia del Volto Santo è praticamente conosciuta in tutto il mondo!
Tutti quelli che hanno avuto la grazia di riceverla e portarla con fede, hanno sperimentato su di sé una particolare protezione divina, hanno ritrovato la serenità, la fiducia in sé stessi e la fede in Cristo Redentore.
DESCRIZIONE DELLA MEDAGLIA DEL VOLTO SANTO
Nella faccia frontale della medaglia vediamo il Volto Santo di Gesù così come ci viene testimoniato dalla Sacra Sindone; un Volto che pur avendo patito la Passione rimane colmo di forza, compostezza, dignità. Nell’immagine del Volto di Gesù possiamo adorare la sua duplice natura umana e divina. Intorno al Volto compare la scritta ILLUMINA DOMINE VULTUM TUUM SUPER NOS (fai risplendere Signore il tuo volto su di noi).
Nella faccia posteriore della medaglia abbiamo al centro l’immagine di un’Ostia contornata da una corona di raggi. Al centro dell’Ostia, il monogramma IHS sormontato da una Croce. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il monogramma IHS non sta per “Iesus Hominum Salvator” o “In Hoc Signo”. IHS è un modo antico di scrivere “Gesù Cristo” risalente al III secolo. I cristiani abbreviarono il santo nome di Gesù scrivendo solo le prime tre lettere in greco ΙΗΣ, dal nome completo ΙΗΣΟΥΣ. Poi, nella traslitterazione dal greco al latino, la lettera greca “Σ” (sigma) divenne “S”, dando vita al monogramma IHS che tutti conosciamo. Nel XV secolo, San Bernardino da Siena organizzò una campagna di predicazione per promuovere la reverenza al Santo Nome di Gesù e incoraggiò i cristiani a mettere un IHS sulla porta delle loro case. Un secolo dopo, nel 1541, Sant’Ignazio adottò il monogramma per rappresentare il suo ordine appena costituito, la Società di Gesù (Gesuiti).
Sempre nella faccia posteriore della medaglia, attorno all’Ostia contornata dalla raggiera, abbiamo la scritta MANE NOBISCUM DOMINE (rimani con noi Signore).
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