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EVOCAZIONE E INVOCAZIONE

EVOCAZIONE E INVOCAZIONE: DEFINIZIONI E DIFFERENZE
Abbiamo detto che con il termine spiritismo – se non altro nella sua accezione classica – vogliamo intendere la pratica di evocare i morti. Ma in che cosa consiste, di preciso, la pratica evocatoria, e in che cosa differisce dall’invocazione?

Cominciamo col dire che l’invocazione (dal lat. in-vocare, «chiamare a sé») rientra nell’ambito della preghiera e, anzi, può definirsi un’espressione stessa della preghiera. Ad esempio, noi invochiamo direttamente Dio ogni qualvolta lo preghiamo (lo supplichiamo); ugualmente quando preghiamo o supplichiamo i santi domandandone l’intercessione. Sintetizzando potremmo dire che l’invocazione serve a stabilire una comunicazione di tipo spirituale.

L'evocazione spiriticaPer contro possiamo affermare che l’evocazione (dal lat. ex-vocare, «chiamare fuori» o «chiamare da») non tende  affatto a stabilire una comunicazione di tipo spirituale: essa si prefigge lo scopo di ottenere una qualche manifestazione sensibile da parte delle entità spirituali con le quali si cerca di entrare in contatto.

La Commissione dottrinale del Concilio Vaticano II definì l’evocazione come un metodo «con cui si cerca di provocare con tecniche umane una comunicazione sensibile con gli spiriti o le anime separate [dei defunti – nda] per ottenere notizie e diversi aiuti».[1]

Con l’evocazione è come se si tentasse di produrre un «movimento locale» degli spiriti, una specie di allontanamento dal loro naturale «ambiente di vita» affinché si manifestino nel nostro.[2] Niente a che vedere con l’invocazione.

Saper distinguere tra evocazione e invocazione è molto importante, perché spesso è proprio in base a questa discriminante che si può stabilire la liceità o meno – da un punto di vista cattolico – di una determinata pratica.

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[1] Riportato dalla Pontificia commissione teologica internazionale all’interno del documento Alcune questioni attuali di escatologia (1992), in Enchiridion Vaticanum, 13/531.
[2] Cf. François-Marie Dermine, Carismatici, sensitivi e medium, Edizioni Studio Domenicano, Bologna 2010, 212.


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